Leggo la lettera del signor Luigi, pubblicata sul vostro sito, che porta il titolo "Lo sdegno del sostegno" e mi dico: a bene, per fortuna qualcuno si è accorto dello scandalo e lo denuncia: i precari, di frequente senza lavoro, sono costretti a pagare 8 milioni (in altre sedi ne pagano 10), per un corso biennale che forse darà lavoro, ma forse no e gli insegnanti di ruolo, perdenti posto, va bene, ma pur sempre con uno stipendio garantito, si fanno un corsettino intensivo (ma poi chi lo sa quanto intensivo?)e ci soffiano il posto? Per fortuna qualcuno lo denuncia!!! Ma.....controllo la data e non credo ai miei occhi: si tratta del 23 Ottobre 1997, quasi 3 anni fa!!! Ed io, 3 anni dopo, allo scadere del primo anno di corso, mi ritrovo con la stessa indignazione e le stesse ansie di Luigi e di tutti i firmatari di quella lettera? Ma come è possibile? Naturalmente al peggio non vi è mai fine e col passare del tempo le cose sono peggiorate, dal quel lontano 1997. Infatti, mentre allora i corsi biennali li organizzava il Ministero della Pubblica Istruzione, oggi tutta la partita è in mano al MURST (Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica), il quale, subodorato il business, ha pensato bene di dare la stura a tutta una serie di corsi, che, anche i più sprovveduti di noi hanno incominciato a vedere per quello che sono: distributori di false speranze e soprattutto gallina dalle uova d'oro per il nostro stanco e asfittico sistema universitario. L'università si difende dicendo che il fabbisogno di insegnanti viene loro indicato dai provveditorati, ma allora delle due l'una: o i corsi li organizza il M.P.I, cioè i provveditorati, fornendo formazione gratuita ai docenti di ruolo che ne facciano richiesta (presumibilmente i perdenti posto, risparmiando così sulle nuove assunzioni), oppure li organizza il MURST e comunque non a valanga, come sta avvenendo ora. Organizzare contemporaneamente le due cose significa proprio sfruttare i più deboli e senza voce in capitolo nella scuola, che sono, come sempre, i precari. Una ciliegina su tutto questo rende ancora più grave la questione anche se, come diceva qualcuno "la cosa è grave, ma non è seria": condizione non unica, ma necessaria per poter organizzare questi corsi, è, per l'università erogatrice dei corsi biennali, essere sede della facoltà di scienze della formazione. Tali facoltà, sforneranno, l'anno prossimo (2001), i primi laureati, i quali, presumibilmente, avranno sicuramente incluso, nel loro piano studi quei pochi esami integrativi che li metteranno in grado (?) di ricoprire i posti di sostegno. Già, perchè, così ci fu detto all'inizio di questo primo anno, di corsi biennali di sostegno non ve ne sarebbero più stati, in quanto l'università stava provvedendo appunto a formare dei laureati appositamente. Così non è. Basta farsi un giretto in Internet per trovarsi di fronte ai nuovi corsi biennali con tanto di elenchi di nuovi ammessi (dall'università del Molise a quella di Macerata, ecc...). Ma questi nuovi e sfortunati laureati, che potevano ben sperare almeno col sostegno, cosa andranno a fare e perchè non si arrabbiano per questa ennesima palese fregatura che il sistema formativo italiano rifila loro, prima ancora di laurearli? Mi scuso per lo sfogo e finisco con una richiesta di aiuto: potete aiutarmi a capire che cosa sta avvenendo in questo settore? 1) In base a quale legge vengono istituiti questi corsi? 2)Il mio "attestato", che spero di conseguire l'anno prossimo, sarà equivalente a quello conseguito dai perdenti posto con i corsi intensivi? Vi prego di darmi una risposta o almeno dei riferimenti normativi o siti che parlano di questi argomenti. E' chiaro che il soggetto vero della mia lettera, come anche quella del signor Luigi e dei suoi colleghi, non è l'insegnante, ma il disabile: come è possibile maltrattare i lavoratori, da prima di assumerli e sperare che il lavoro venga svolto bene? Paolo Camossi
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