A Parma Basket e Nuoto per disabili

"Così butto i pregiudizi nel cestino"

Scopriamo il tecnico-"missionario" del basket che allena gli handicappati del Gioco Parma: Danilo Pacifico ha lasciato una carriera sicura per dedicarsi a chi ne aveva più bisogno: "Facciamo giocare i ragazzi in carrozzella prima delle gare di serie A".


Ultimo Aggiornamento: Monday, 29-May-2006 06:13:14 PDT

PARMA. L'hanno definito un missionario del basket, ma lui tale non si ritiene. Danilo Pacifico, 43 anni, capelli lunghi da figlio dei fiori, impiegato in un azienda di Reggio, é semplicemente un buon allenatore di pallacanestro. Che nell'ultimo biennio ha deciso di dedicare la propria esperienza cestistica ad una squadra di handicappati. Ora che sta per iniziare la terza annata si può trarre un bilancio.

Pacifico, come ha vissuto questi anni particolari, assieme ai disabili che fanno pallacanestro ?
Benissimo. Ho constatato di persona come lo sport consenta loro di reagire, di sentirsi in qualche modo realizzati. La loro, del resto, é solo una disabilità soltanto fisica. Non sono certo dei cerebrolesi, attenzione a non fare confusione. E allora in una polisportiva come il Gioco Parma hanno trovato adeguata valorizzazione. Una porta sempre aperta. Anche per il nuoto, ad esempio.

Per un coach abituato a vincere é stato difficile adattarsi ad una realtà particolare, più umana che agonistica ?
No, perché tutti i miei ragazzi chiedono di essere giudicati prima come giocatori e poi come persone. Da veri sportivi, insomma. Alcuni sono poliomelitici, altri paraplegici. Uno ha subito l'amputazione di un arto, un altro é focomelico agli arti inferiori. Tutti si battono con la voglia di vincere.

Questa squadra di basket in carrozzella la scorsa primavera ha disputato la Coppa Wergauven, equivalente della Coppa delle Coppe. Come é andata ?
Un'esperienza positiva, ad Atene. C'erano altre quattro squadre: una francese, una svizzera, una greca e l'altra tedesca. Siamo riusciti a farci onore, pur chiudendo all'ultimo posto.

Nella Gioco Polisportiva di Parma c'é anche una donna, Maria Mazziotti.
Ha 34 anni e da giovane era mia allieva nella Fotorama, la squadra femminile dell'Arbor di Reggio. Lo scorso decennio ebbe un grave incidente in motorino, che le procurò un'invalidità permanente. Ultimamente sono riuscito a convincerla a darsi alla pallacanestro in carrozzina con reciproca soddisfazione.

Quanto guadagna per il suo impegno ?
Il classico rimborso spese. E, se a Parma sono soddisfatti del mio lavoro, resterò volentieri anche l'anno prossimo. Perché sul piano personale si acquista veramente tanto. Noi partiamo da un punto privilegiato, ma é difficile convincere chi ha avuto incidenti o é vittima della paraplegia di poter migliorare la propria vita attraverso lo sport. Anche così, poi, riesce a capire di essere una persona come le altre.

Pacifico non é neanche l'ultimo degli allenatori emiliani. Anzi, ha un'esperienza lunga di un quarto di secolo. Prese la tessera di coach nel 1970. Il primo decennio lo passò nel basket femminile, sino alla serie C. Al suo nome sono legate le promozioni di Sacma Plast Bagnolo e Coopsette Castelnovo Sotto in serie D. L'ultima esperienza in campo maschile risale alla Majorca Scandiano.

Proprio capitalizzando le mie conoscenze in provincia, - conclude Pacifico - ho in testa un progetto. Far disputar eesibizioni di basket in carrozina in anteprima alle gare di campionato di serie A2, della Pallacanestro Reggiana. L'esperimento si potrebbe facilmente allargare a tutti i palazzetti d'Italia. Sarebbe un sistema adatto per dar soddisfazione a questi ragazzi.

Il suo grido di battaglia é sempre stato: Nomadi!!!!. Significa libertà. Di mentalità e di pensiero. In questa disciplina mi sembra davvero indicato.
Da Avvenire (04/10/96)

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