Dalla città ostile alla città amica Comunicare, viaggiare, partecipare La premessa comune e condivisa è che occorre promuovere e favorire con ogni mezzo una nuova cultura della disabilità basata sul concetto di "diversità come normalità della condizione umana". Dal principio di non discriminazione sancito dal trattato di Amsterdam (art.13) può e deve derivare una politica attenta a valorizzare nel concreto la disabilità come risorsa umana, morale, sociale, economica, culturale. Alla giusta e doverosa tutela dei diritti (primo fra tutti il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione) si deve affiancare un concreto pacchetto di iniziative volte a garantire la libertà di vivere come tutti. Lo sport e il turismo sono due fra i campi privilegiati di azioni positive, possibili solo attraverso la concreta applicazione di misure coordinate e trasversali, afferenti tutti i settori della vita sociale. A monte di iniziative destinate a favorire la normale fruizione del tempo libero, si deve collocare dunque una rinnovata attenzione alla comunicazione della nuova cultura della disabilità. Un primo terreno di intervento è quello delle comunicazioni di massa. Dalla conferenza nazionale deve partire un processo di diffusione di un nuovo messaggio, rispettoso della dignità e delle potenzialità delle persone disabili, attraverso specifiche campagne di promozione sociale, una più meditata e organica attenzione nella programmazione radiotelevisiva pubblica e privata, un dialogo costante con gli organismi deputati alla formazione delle figure professionali nel campo della comunicazione e dell'informazione, una valorizzazione delle risorse umane e professionali presenti nel mondo delle persone con disabilità. Nel campo del turismo le attività sin qui realizzate (dai programmi del Dipartimento per il Turismo "Italia per tutti" e "STARe", al Numero Verde "Vacanze serene") devono essere la premessa per raccordare le iniziative sul territorio nazionale, con grande attenzione al livello regionale e delle autonomie locali, ma anche puntando a sostenere iniziative "di sistema" volte a rendere capillari e ordinarie le capacità di gestione del cliente con disabilità da parte dell'organizzazione turistica. Due le questioni aperte: l'impossibilità di creare le premesse di un turismo possibile per tutti, in presenza tuttora massiccia di barriere architettoniche nel contesto urbano e nelle strutture ricettive, culturali e ricreative, e anche di insoddisfacente intermodalità dei mezzi di trasporto (gli "snodi" del viaggio: dall'aereo al taxi, dal treno alla metropolitana, dal pullman all'auto a noleggio); la necessità di formazione professionale e di coinvolgimento delle categorie del settore turistico, che ancora non considerano la domanda di turismo da parte di persone disabili come una positiva risorsa da conoscere e da rispettare. Nel campo dello sport, partendo dall'esperienza storica consolidata del movimento olimpico e della Fisd, federazione italiana sport disabili, ma anche valorizzando esperienze più recenti che propongono il diritto alla pratica sportiva per tutti, non necessariamente agonistica, come ad esempio "Sportabili", si propone di promuovere la realizzazione di centri di eccellenza per la formazione allo sport per tutti, di attivare le necessarie sinergie per fare delle Paraolimpiadi Invernali del 2006 a Torino un esempio di soluzione integrata dell'accesso allo sport senza discriminazioni, di mettere in azione ulteriori e più concreti interventi di promozione dell'attività sportiva delle persone disabili nelle scuole, di favorire la diffusione e la fornitura di ausili tecnologici e la sperimentazione di protesi per la pratica sportiva, di migliorare la qualità e la quantità della comunicazione degli eventi sportivi.
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